jueves, 3 de junio de 2010

X Semana


AMBROGIO, Dall'Esposizione del vangelo secondo Luca VI, 69-76. 84. 86

Signore Gesù, se tu volessi, non rimandare costoro digiuni insieme con me ma, distribuito il cibo, tu li nutrissi, perché, resi più forti dal cibo che doni, non possano aver paura di venir meno per il digiuno! Oh se anche per noi tu dicessi: Non voglio rimandarli digiuni.

E il Signore Gesù distribuisce i cibi. Anzi, Egli vuoi darli a tutti, non li rifiuta a nessuno; è Colui che a tutti dispensa. Ma mentre spezza i pani e li dà ai di­scepoli, se tu non stendi la mano per ricevere la tua parte di cibo, verrai meno per strada né potrai attri­buire la tua colpa a Lui che ha compassione e distri­buisce…

Questo pane che Gesù spezza - e in senso mistico è senz'altro il Verbo di Dio e il parlare di Cristo -mentre si divide, cresce; Egli infatti con parole scarne amministrò un cibo che fu sovrabbondante per tutti i popoli. Ci ha dato le sue parole come pane, che mentre le assaggiamo ci si moltiplicano in bocca. Questo pane, inoltre si ammucchia palesemente anche se in modo incredibile mentre si spezza, mentre si distribuisce, mentre si mangia, e non se ne avverte alcun calo....

IX Semama


S. AGOSTINO, In Ioan. 39, 5

State attenti, fratelli, perché riconoscerete qui il mistero della Trinità, in qual modo cioè si possa dire: il Padre è, il Figlio è, lo Spirito Santo è, e tuttavia Padre, Figlio e Spirito Santo sono un solo Dio. Ecco che quelli erano molte migliaia, ma avevano un solo cuore; erano molte migliaia, ma avevano una sola anima. Ma dove avevano un solo cuore e una sola anima? In Dio. A maggior ragione questa unità si deve trovare in Dio. Forse sbaglio nell`esprimermi, quando dico che due uomini hanno due anime e tre uomini ne hanno tre, e molti uomini ne hanno molte? Di certo mi esprimo giustamente. Ma se essi si avvicinano a Dio, avranno una sola anima. Se coloro che si avvicinano a Dio, per mezzo della carità, di molte anime diventano un`anima sola e di molti cuori un cuore solo, che cosa non farà la stessa fonte della carità nel Padre e nel Figlio? La Trinità non è dunque, a piú forte ragione, un solo Dio? E` da essa infatti che ci viene la carità, dallo stesso Spirito Santo, cosí come dice l`Apostolo: La carità di Dio è diffusa nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato.

viernes, 21 de mayo de 2010

VIII Semana de Pascua - PENTECOSTÉS

San Juan 20, 19-23

Al anochecer de aquel día, el día primero de la semana, estaban los discípulos en una casa, con las puertas cerradas por miedo a los judíos. Y en esto entró Jesús, se puso en medio y les dijo: - «Paz a vosotros.» Y, diciendo esto, les enseñó las manos y el costado. Y los discípulos se llenaron de alegría al ver al Señor. Jesús repitió: - «Paz a vosotros. Como el Padre me ha enviado, así también os envío yo.» Y, dicho esto, exhaló su aliento sobre ellos y les dijo: - «Recibid el Espíritu Santo; a quienes les perdonéis los pecados, les quedan perdonados; a quienes se los retengáis, les quedan retenidos.»

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Palabra del Señor.

Gre­gorio di Nissa, Omelie sul Cantico dei cantici, Omelia 15

Se davvero l'amore riesce ad eliminare la paura e questa si trasforma in amore, allora si scoprirà che ciò che salva è proprio l'unità. La salvezza sta infatti nel sentirsi tutti fusi nell'amore all'unico e vero bene.

Tutto ciò lo mostra più chiaramente il Signore nel vangelo. Gesù benedice i suoi discepoli, conferisce loro ogni potere e concede loro i suoi beni. Ma fra tutte le parole che dice e le grazie che concede, una ce n'è che è la maggiore di tutte e tutte le riassume. Ed è quella con cui Cristo ammonisce i suoi a trovarsi sempre uniti nelle soluzioni delle questioni e nelle valutazioni circa il bene da fare; a sentirsi un cuor solo e un'anima sola e a stimare questa unione l'unico e solo bene; a stringersi nell'unità dello Spirito con il vincolo della pace; a far un solo corpo e un solo spirito; a corrispondere a un'unica vocazione, animati da una medesima speranza.

Ma più che questi accenni sarebbe meglio riferire testualmente le parole del vangelo: «Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato». Il vincolo di questa unità è un'autentica gloria.

Per questo dice: « La gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una cosa sola, come noi siamo una cosa sola: io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità».

domingo, 16 de mayo de 2010

VII Domingo de Pascua | Ascensión

S. Agostino, Serm. 265/C, 1. 2

Celebriamo oggi l'ascensione del Signore al cielo con lo stesso corpo con il quale è risorto. La festa annuale non rinnova il fatto ma lo richiama alla memoria. Saliamo ora insieme a lui con il cuore; abbiamo la certezza che lo seguiremo anche con il corpo. Alzatevi dalla terra; non potendo il corpo, voli l'anima. Alzatevi dalla terra: cioè sopportate le avversità sulla terra, pensate al riposo in cielo; comportatevi bene qui, per poter rimanere poi sempre lassù. Non c'è luogo sulla terra dove il cuore possa mantenersi integro. Ognuno, se ha qualcosa di prezioso, cerca di portarlo al sicuro. Qui sulla terra molta gente, anzi tutti, quando sentono avvicinarsi qualche pericolo a causa di guerre, cercano dove poter nascondere tutto ciò che hanno di caro. Non è forse così? Chiunque possiede argento o oro, gemme, vesti costose, cerca dove nasconderli e certamente per salvare quanto ha. E che cosa ha di più prezioso del suo cuore?

Quando ti si dice: In alto il cuore, questo devi intendere e fare. Pensa al Cristo che siede alla destra del Padre; pensa che verrà a giudicare i vivi e i morti. Pensi la fede: la fede è nella mente, la fede è nel profondo del cuore. Guarda colui che è morto per te: osservalo mentre sta ascendendo al cielo, amalo mentre sta soffrendo; osservalo mentre sta ascendendo al cielo e aggrappati a lui morente. Dobbiamo sperare che risorgeremo e saliremo al regno di Dio e rimarremo per sempre lì con Dio, vivremo eternamente, saremo nella gioia senza alcuna mestizia, rimarremo lì senza alcuna noia.

VI domingo de Pascua

san Juan 14, 23-29

En aquel tiempo, dijo Jesús a sus discípulos: - «El que me ama guardará mi palabra, y mi Padre lo amará, y vendremos a él y haremos morada en é1. El que no me ama no guardará mis palabras. Y la palabra que estáis oyendo no es mía, sino del Padre que me envió. Os he hablado de esto ahora que estoy a vuestro lado, pero el Defensor, el Espíritu Santo, que enviará el Padre en mi nombre, será quien os lo enseñe todo y os vaya recordando todo lo que os he dicho. La paz os dejo, mi paz os doy; no os la doy yo como la da el mundo. Que no tiemble vuestro corazón ni se acobarde. Me habéis oído decir: "Me voy y vuelvo a vuestro lado." Si me amarais, os alegraríais de que vaya al Padre, porque el Padre es más que yo. Os lo he dicho ahora, antes de que suceda, para que cuando suceda, sigáis creyendo.»

sábado, 8 de mayo de 2010

V Domingo de ¡¡¡PASCUA!!!


Evangelio según san Juan 13, 31-33a. 34-35

Cuando salió Judas del cenáculo, dijo Jesús: - «Ahora es glorificado el Hijo del hombre, y Dios es glorificado en él. Sí Dios es glorificado en él, también Dios lo glorificará en si mismo: pronto lo glorificará. Hijos míos, me queda poco de estar con vosotros. Os doy un mandamiento nuevo: que os améis unos a otros; como yo os he amado, amaos también entre vosotros. La señal por la que conocerán todos que sois discípulos míos será que os amáis unos a otros.»

IV Domingo de ¡¡¡PASCUA!!!

San Juan 10, 27-30

En aquel tiempo, dijo Jesús: - «Mis ovejas escuchan mi voz, y yo las conozco, y ellas me siguen, y yo les doy la vida eterna; no perecerán para siempre, y nadie las arrebatará de mi mano. Mi Padre, que me las ha dado, supera a todos, y nadie puede arrebatarlas de la mano del Padre. Yo y el Padre somos uno.»

martes, 6 de abril de 2010

I Domingo de ¡¡¡PASCUA!!!

Domingo de Ramos


Evangelio según san Lucas 22,14-23,56

BEDA IL VENERABILE, Omelie sul Vangelo, II,3

Dunque, fratelli carissimi, quanti hanno cominciato a lottare col super-bo tentatore fin dall'inizio della Quaresima, stiano at-tenti a non mettere fine a ciò che hanno cominciato prima di abbattere il nemico e di ricevere il servizio degli angeli. Chi invece finora non ha indossato l'ar-matura delle virtù, cominci almeno oggi, intraprenda oggi l'opera della fede insieme con le folle dei fedeli, implori la pietà di colui che, venendo nel nome del Pa-dre, ha portato la benedizione nel mondo: cantando «Osanna nell'alto dei cieli» chieda di essere salvato nella patria celeste; stenda il suo mantello per via, cioè umilii ora le membra del suo corpo, perché Dio le esal-ti in futuro, spezzi rami dagli alberi e li stenda sulla via, cioè sollecito riporti alla memoria gli scritti dei santi, che fortificano chi sta in piedi perché non cada, esortano chi è caduto perché non giaccia a terra più a lungo, istruiscono chi si è rialzato perché si eserciti nelle virtù, incoraggiano chi è esercitato nelle virtù perché speri il premio in cielo. Ognuno fortifichi con questi libri le sue azioni, per non inciampare nella pietra dello scandalo, e insieme con gli altri fedeli se-gua le orme del suo Redentore, veneri con mente pura i misteri della passione e della risurrezione di colui che li ha dati a tutti gli eletti, cioè alle sue membra, come rimedio delle ferite e pegno delle gioie celesti.

miércoles, 24 de marzo de 2010

21 marzo 2010




San Juan 8, 1-11

En aquel tiempo, Jesús se retiró al monte de los Olivos. Al amanecer se presentó de nuevo en el templo, y todo el pueblo acudía a él, y, sentándose, les enseñaba. Los escribas y los fariseos le traen una mujer sorprendida en adulterio, y, colocándola en medio, le dijeron: - «Maestro, esta mujer ha sido sorprendida en flagrante adulterio. La ley de Moisés nos manda apedrear a las adúlteras; tú, ¿qué dices?» Le preguntaban esto para comprometerlo y poder acusarlo. Pero Jesús, inclinándose, escribía con el dedo en el suelo. Como insistían en preguntarle, se incorporó y les dijo: - «El que esté sin pecado, que le tire la primera piedra.» E inclinándose otra vez, siguió escribiendo. Ellos, al oírlo, se fueron escabullendo uno a uno, empezando por los más viejos. Y quedó solo Jesús, con la mujer, en medio, que seguía allí delante. Jesús se incorporó y le preguntó: - «Mujer, ¿dónde están tus acusadores?; ¿ninguno te ha condenado?» Ella contestó: - «Ninguno, Señor.» Jesús dijo: - «Tampoco yo te condeno. Anda, y en adelante no peques más.»
Palabra del Señor.

Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni, Trattato 33, 8

Gli uomini corrono due pericoli contrari, ai quali corrispondono due opposti sentimenti: quello della speranza e quello della disperazione. Chi è che s'inganna sperando? chi dice: Dio è buono e misericordioso, perciò posso fare ciò che mi pare e piace, posso soddisfare tutti i miei desideri; e questo perché? perché Dio è misericordioso, buono e mansueto. Costoro sono in pericolo per abuso di speranza. Per disperazione, invece, sono in pericolo quelli che essendo caduti in gravi peccati, pensano che non potranno più essere perdonati anche se pentiti, e, considerandosi ormai destinati alla dannazione, dicono tra sé: ormai siamo dannati, perché non facciamo quel che ci pare? E' la psicologia dei gladiatori destinati alla morte. L'animo fluttua tra la presunzione e la disperazione.

Come si comporta il Signore con quelli che sono minacciati dall'uno o dall'altro male? A quanti rischiano di cadere nella falsa speranza dice: Non tardare a convertirti al Signore, né differire di giorno in giorno. A quanti sono tentati di cadere nella disperazione cosa dice? In qualunque momento l'iniquo si convertirà, dimenticherò tutte le sue iniquità.

Tu non sai quale sarà l'ultimo giorno; sei un ingrato; perché non utilizzi il giorno che oggi Dio ti dà per convertirti? E' in questo senso che il Signore dice alla donna: Neppure io ti condanno: non preoccuparti del passato, pensa al futuro. Neppure io ti condanno: ho distrutto ciò che hai fatto, osserva quanto ti ho comandato, così da ottenere quanto ti ho promesso.

viernes, 12 de marzo de 2010

IV semana de CUARESMA

S. Lucas 15, 1-3. 11-32

En aquel tiempo, solían acercarse a Jesús los publicanos y los pecadores a escucharle. Y los fariseos y los escribas murmuraban entre ellos: - «Ése acoge a los pecadores y come con ellos.» Jesús les dijo esta parábola: - «Un hombre tenía dos hijos; el menor de ellos dijo a su padre: "Padre, dame la parte que me toca de la fortuna." El padre les repartió los bienes. No muchos días después, el hijo menor, juntando todo lo suyo, emigró a un país lejano, y allí derrochó su fortuna viviendo perdidamente. Cuando lo había gastado todo, vino por aquella tierra un hambre terrible, y empezó él a pasar necesidad. Fue entonces y tanto le insistió a un habitante de aquel país que lo mandó a sus campos a guardar cerdos. Le entraban ganas de llenarse el estómago de las algarrobas que comían los cerdos; y nadie le daba de comer. Recapacitando entonces, se dijo: "Cuántos jornaleros de mi padre tienen abundancia de pan, mientras yo aquí me muero de hambre. Me pondré en camino adonde está mi padre, y le diré: Padre, he pecado contra el cielo y contra ti; ya no merezco llamarme hijo tuyo: trátame como a uno de tus jornaleros." Se puso en camino adonde estaba su padre; cuando todavia estaba lejos, su padre lo vio y se conmovió; y, echando a correr, se le echó al cuello y se puso a besarlo. Su hijo le dijo: "Padre, he pecado contra el cielo y contra ti; ya no merezco llamarme hijo tuyo." Pero el padre dijo a sus criados: "Sacad en seguida el mejor traje y vestidlo; ponedle un anillo en la mano y sandalias en los pies; traed el ternero cebado y matadlo; celebremos un banquete, porque este hijo mío estaba muerto y ha revivido; estaba perdido, y lo hemos encontrado." Y empezaron el banquete. Su hijo mayor estaba en el campo. Cuando al volver se acercaba a la casa, oyó la música y el baile, y llamando a uno de los mozos, le preguntó qué pasaba. Éste le contestó: "Ha vuelto tu hermano; y tu padre ha matado el ternero cebado, porque lo ha recobrado con salud." Él se indignó y se negaba a entrar; pero su padre salió e intentaba persuadirlo. Y él replicó a su padre: "Mira: en tantos años como te sirvo, sin desobedecer nunca una orden tuya, a mi nunca me has dado un cabrito para tener un banquete con mis amigos; y cuando ha venido ese hijo tuyo que se ha comido tus bienes con malas mujeres, le matas el ternero cebado." El padre le dijo: "Hijo, tú siempre estás conmigo, y todo lo mío es tuyo: deberías alegrarte, porque este hermano tuyo estaba muerto y ha revivido; estaba perdido, y lo hemos encontrado."»


(COMENTARIO AL EVANGELIO EN ITALIANO:)

S. AGOSTINO DISCORSO 112/A, 6.7.14

Mentre ancora il figlio si disponeva a dire al padre ciò che andava ripetendosi: Mi alzerò, andrò da lui e gli dirò… poiché il padre conosceva da lontano la risoluzione del figlio, gli corse incontro. Che vuol dire: "correre incontro" se non accordare il perdono in anticipo? Essendo ancora lontano gli corse incontro il padre, mosso da misericordia. Perché fu mosso da misericordia? Perché il figlio era già sfinito per la miseria. Gli corse incontro e gli si gettò al collo, gli gettò cioè il braccio al collo. Il braccio del Padre è il Figlio; gli diede la possibilità di portare Cristo: questo peso non opprime ma solleva. Il mio giogo è lieve e il mio peso leggero. Il padre era chinato sopra il figlio; chinato su di lui non permetteva che cadesse di nuovo…

Il padre ordina di portare il vestito migliore che Adamo aveva perduto peccando. Dopo aver ormai accolto il figlio col perdono e dopo averlo baciato, ordina di portargli il vestito, cioè la speranza dell'immortalità mediante il battesimo. Ordina di mettergli l'anello, cioè il pegno dello Spirito Santo e i sandali ai piedi per la prontezza ad annunciare il messaggio evangelico della pace, affinché fossero belli i piedi di colui che reca il buon annuncio del bene…

Se sarai promotore di pace, se ti riconcilierai, se godrai del ritorno di tuo fratello, se il nostro banchetto non ti rattristerà, se non rimarrai fuori dalla casa sebbene tu sia già tornato dai campi, tutto ciò ch'è mio è tuo. Ma dobbiamo far festa e rallegrarci, poiché il Cristo è morto per gli empi ed è risorto.

martes, 9 de marzo de 2010

14 de marzo / III semana CUARESMA

Lc 13, 1-9
En una ocasión, se presentaron algunos a contar a Jesús lo de los galileos cuya sangre vertió Pilato con la de los sacrificios que ofrecían. Jesús les contestó: - « ¿Pensáis que esos galileos eran más pecadores que los demás galileos, porque acabaron así? Os digo que no; y, si no os convertís, todos pereceréis lo mismo. Y aquellos dieciocho que murieron aplastados por la torre de Siloé, ¿pensáis que eran más culpables que los demás habitantes de Jerusalén? Os digo que no; y, si no os convertís, todos pereceréis de la misma manera.» Y les dijo esta parábola: - «Uno tenía una higuera plantada en su viña, y fue a buscar fruto en ella, y no lo encontró. Dijo entonces al viñador: "Ya ves: tres años llevo viniendo a buscar fruto en esta higuera, y no lo encuentro. Córtala. ¿Para qué va a ocupar terreno en balde?" Pero el viñador contestó: "Señor, déjala todavía este año; yo cavaré alrededor y le echaré estiércol, a ver si da fruto. Si no, la cortas".»

2ª semana CUARESMA

1ª semana de CUARESMA